Tutti pazzi per il cash back di Stato?

14 Gennaio 2021

Sono in arrivo entro fine febbraio i primi rimborsi del cashback di Natale. Conclusa lafase sperimentale, il bonus prosegue entrando a pieno regime fino a giugno. Ma come si attiva e come funziona? Partiamo subito con il dire che l’attivazione del bonus è relativamente semplice. Bastano pochi passaggi per iniziare a “giocare”. E già, perché le dinamiche e le modalità di utilizzo del bonus sono alquanto ludiche. Tra lotteria degli scontrini, bonus bancomat, cashback e cashless il Governo ha messo in piedi vere e proprie lotterie anti evasione e di tracciamento dei flussi di pagamento.  La pressante richiesta di pagamento tracciabile da parte dei consumatori presi dalla irrefrenabile voglia di “giocare”, con almeno 50 transazioni a semestre, sarà il mezzo con il quale lo Stato intende evitare l’utilizzo di contanti, lottare contro l’evasione fiscale ed incentivare gli acquisti presso le piccole attività commerciali. Questa è l’idea. Buona o cattiva che sia, però, abbiamo notato difficoltà che rendono il bonus a beneficio di pochi, soprattutto a danno dei più anziani e dei meno abbienti. Per attivare il bonus, infatti,occorre essere smart. Bisogna scaricare l’app IO,applicazione dei servizi pubblici, o quella del proprio intermediario abilitato sul proprio smartphone o tablet, registrarsi ed aderire fornendoil proprio codice fiscale e gli estremi dello strumento di pagamento elettronico. Passaggi semplici, ma non per tutti.Occorre, inoltre, essere in possesso di una buona capacità di spesa, per effettuare un ammontare di almeno 1500,00 euro di spesa in sei mesipresso  punti vendita fisici dotati di POS e non presso negozi on-line, e di un conto corrente o carta-conto,per ricevere il rimborso massimo di 150 euro (pari al 10% dell’importo di ogni transazione) a mezzo bonifico. Non sappiamo se questa misura del costo di circa 5 miliardi di euro riuscirà a raccogliere i frutti sperati. Certo è che, chi ha “giocato” a Natale è già alle prese coni disservizi legati alla mancata o errata memorizzazione delle transazioni sull’app IO e con il ritardo nei rimborsi. Per non parlare delle richieste di assistenza di anziani e persone “diversamente smart”  già pervenuteci.

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